domenica 5 agosto 2012

Un movimento di persone che hanno voglia di impegnarsi in politica. Anche a Boscoreale.


De Magistris: “Noi sindaci avanti, presto il nostro decalogo». Intervista a Luigi De Magistris”

 
(di Fulvio Bufi da il Corriere della Sera)
 Sindaco ma che sta succedendo nella sua Idv?
«Veramente non è la “mia” Idv».
Vuole dire che Luigi de Magistris è fuori dal partito di Di Pietro?
«Voglio solo dire quello che è: quando sono stato eletto sindaco di Napoli ho restituito la tessera perché il sindaco è di tutti. L`Italia dei Valori resta comunque il mio riferimento sia affettivo che politico».
Quindi può rispondere: che succede li dentro?
«È arrivato il momento del chiarimento finale tra le posizioni di Di Pietro, movimentiste e da animale politico, e quelle molto più tipiche di Donadi».
Non si amano, vero?
«La divisione c`è sempre stata. Di Pietro a volte userà anche espressioni che non aiutano il dialogo, ma quello che oggi vuole è chiaro: l`alleanza con Pd e Sel deve servire a proporre una alternativa politica reale e concreta. A Donadi invece interessa una somma algebrica di voti che può anche portare a vincere le elezioni, ma certo non a costruire qualcosa».
E lei che cosa vuole?
«Chi punta alla somma dei voti otterrà solo l`avanzamento di Grillo. Io invece guardo a una vera alternativa, perciò lavoro alla nascita di un movimento nazionale capace di rivolgersi ai partiti con proposte politiche forti».
Il famoso movimento dei sindaci…
«Nome inventato dai giornali e che non rende giustizia al progetto. Il movimento sarà delle persone che hanno voglia di impegnarsi in politica, come lo è stato quello che mi ha portato a fare il sindaco di Napoli. A breve renderemo pubblico il manifesto: ci saranno contenuti economici e sociali importanti, come la riappropriazione dei beni comuni, il concetto di impresa privata che miri non più solo al profitto del singolo ma al bene sociale, la partecipazione diretta dei cittadini nella gestione o nel controllo di aree comuni e servizi pubblici».
E i sindaci?
«Molte delle idee che ho elencato sono nate nei municipi. I sindaci sono quelli che meglio di tutti hanno il polso del Paese, e infatti sono anche gli unici che criticano il governo Monti e la sua maggioranza».
Di cui fa parte anche il Pd. Porterete voti a Bersani?
«La lista civica è una eventualità che dipende dalla legge elettorale, comunque non una certezza. Come è una eventualità e non una certezza la trasformazione del movimento in soggetto politico. Per quanto riguarda Bersani lui sa benissimo che se vuole recuperare quell`elettorato ormai diffidente verso il Pd deve avere come interlocutori i movimenti. Quindi il rapporto non è assolutamente conflittuale».
E con Vendola?
«Teoricamente è il più vicino, ma la sua mancanza di autonomia mi lascia sempre più perplesso. Proprio non riesce a sciogliere il legame indissolubile che ha con il Pd».
In tutto ciò, sindaco, lei se lo ricorda che ha fatto un patto con i napoletani per restare a Palazzo San Giacomo altri quattro anni?
«Certo, e per nessuna ragione al mondo lo violerò. Ma proprio la mia elezione a Palazzo San Giacomo può essere un modello da seguire: ho avuto voti da moderati pur facendo proposte radicali, voti oltre i partiti, voti di chi aveva già scelto l`astensionismo. In questo caso Napoli può servire all`Italia. E, come ha già fatto nella storia, unire anziché dividere».

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